IL CONFLITTO NELLA COPPIA : un analisi multifattoriale

14.05.2019 15:34

Il
conflitto di coppia rappresenta una condizione di crisi più o meno intensa che
coinvolge non solo gli individui nell' it
et nuc
della situazione,  ma anche e
soprattutto, le loro storie personali e l'evoluzione della coppia stessa, come
componente a se stante.

Ogni
coppia ha il suo ciclo di vita nel quale intervengono fatti ed eventi, a volte
ignorati o più semplicemente negati, circoscrivibili sia al vissuto personale, sia
al vissuto condiviso all'interno delle famiglie di origine, ossia ognuno dei
partners  porta all'interno della coppia
non solo ciò che è nel presente, ma anche 
il vissuto di ciò che è stato,  il
modello  familiare in cui è cresciuto e
in cui ha appreso a relazionarsi con il mondo esterno.

Questo
background generazionale contribuisce in parte a creare la nuova coppia, che
solo successivamente e gradualmente costruirà i propri ruoli ed i propri compiti
esistenziali,  in maniera indipendente e
autonoma.

Tuttavia,
non sempre il processo di separazione-individuazione del nuovo nucleo familiare
avviene in maniera completa, indolore e priva di complicazioni, soprattutto
qualora, sin dall'inizio della formazione della coppia, essa si era creata
principalmente su istanze, bisogni e desideri insoddisfatti, quali pesante
eredità della propria famiglia d'origine.

In
questo caso ci troveremo di fronte a coppie la cui vera essenza non ha
riscontro nel nuovo legame ma, al contrario, sarà ben legata e condizionata da
un "programma" pre-costruito.

Quindi,
ad esempio, possiamo ipotizzare coppie costituite affinché uno dei partner
assuma un ruolo ben definito all'interno della famiglia di origine o che venga
a sostituirne uno dei componenti, oppure coppie che funzionano reciprocamente da
supporto o da contenitore di aspettative precedentemente irrisolte.

Altresì,
la coppia può formarsi sulla necessità di  uscire "a tutti costi" dalla famiglia di
origine (magari per fuggire da legami disfunzionali), o sull'irrazionale
bisogno di un legame simbiotico che riempia un vuoto affettivo.

Le
dinamiche sopra citate,  definite  "incastro di coppia" o  "patto di coppia",  non sempre sono facilmente ri-conoscibili,  essendo la vera forza motrice irrazionale  del rapporto; sono i compiti reciprocamente e
tacitamente richiesti e, allo stesso modo, reciprocamente e tacitamente
accettati, facendo sì che la relazione divenga inconsapevolmente strumentale e
strumentalizzata.

Il
tratto comune di queste situazioni, sarà quello di mantenere un vincolo anomalo
con le famiglie di origine con la conseguenza che la "vera" e necessaria
identità della nuova coppia non potrà nascere e consolidarsi.

I
partners non sono in grado di mantenere  la giusta distanza dal proprio nucleo di
provenienza, non attuando nessun sistema di filtraggio delle istanze e delle richieste
che arrivano dall'esterno. La relazione è vissuta in modo allargato alle
famiglie di origine, senza che vi sia protezione nei confronti del proprio
legame che perde via via molte delle sue caratteristiche di esclusività,
intimità e di legame "a due".

Durante
la fase dell'innamoramento la coppia si culla nell'illusione dell'ideale
soddisfacimento dei propri bisogni e desideri, ossia nell'illusione che l'altro
sia come noi lo vogliamo. Tuttavia, una volta  usciti da questa fase che ha dell'idilliaco,
l'attivarsi di un più accurato esame di realtà, comporta lo scontrarsi con
aspetti dell'altro e della relazione, di cui fino ad allora si era solo sospettato,
senza curarsene.  Se la coppia non è in
grado di rinegoziare il proprio rapporto in una prospettiva di "vero amore"
nella quale ri-conoscersi ed attuare un reale percorso evolutivo,  transitata nella fase della disillusione ed
entra in crisi, solitamente attraverso un processo lungo e tortuoso,
caratterizzato da ostilità inespressa od esplosiva, recriminazioni e
colpevolizzazioni reciproche.

Occorre
precisare che il termine "crisi" più volte utilizzato, deriva dal greco "krisis", la cui traduzione letterale è: "scelta", per cui  non deve implicare solo ed esclusivamente un
significato negativo, ma piuttosto il verificarsi di una condizione di
potenziale cambiamento che può determinare un risultato negativo (es. fine del
legame di coppia) o  positivo (es.
rafforzamento del legame e nuova evoluzione dello stesso);  un momento caratterizzato da una molteplicità
di scelte ognuna con un possibile esito sul legame di coppia.

In
questa delicata fase (quella della rinegoziazione), i partners dovrebbero
essere pronti a vivere il loro rapporto in una prospettiva di mutuo
riconoscimento, orientando le scelte individuali e di coppia alla realizzazione
di ciò che realmente dovrebbe essere un progetto comune e pienamente condiviso.

Nell'evolversi
al negativo di questo processo, spesso prevalgono tensioni individuali che
determinano inevitabili deterioramenti del rapporto, con atteggiamenti di
reciproca sfida e attacco;  ancora, molto
spesso, il tentativo di superare questa dinamica di crisi si traduce nella
ricerca dell'attuazione di una funzione genitoriale che assume solo la veste di
 "tampone" nei confronti della mancata
rinegoziazione del rapporto.

Così
la genitorialità ricercata ma scarsamente o per nulla condivisa si trasforma in
ulteriore motivo di tensione e conflitto all'interno della coppia.

Già
di per sé la nascita del primo figlio, anche se ampiamente desiderato, è statisticamente,
uno dei passaggi cruciali e più difficili per la vita di una coppia, ciò si
estremizza qualora  si inserisca nel
contesto sopradescritto, ove la mancata condivisione della genitorialità e,
ancora più frequentemente, la mancata preparazione all'assunzione di tale ruolo
(troppo spesso a causa di una distorsione trasmessa dalla famiglia di origine)
impedisce il riassetto funzionale nella coppia.

Capita
così che la donna (futura mamma) inizi a sentirsi "sola ed abbandonata", l'uomo,  incapace di assumere il ruolo di "contenitore
del contenente",  percepisce i
cambiamenti dovuti allo svolgersi della gravidanza ed alla successiva nascita del
figlio come momenti di chiusura ed allontanamento della compagna. Inoltre
l'ingresso di un terzo permanente nella coppia va a rompere quel rapporto duale
e a volte "simbiotico" fondato su intimità 
e reciprocità che spesso era il vero collante della coppia.

Quasi
in attuazione di un meccanismo perverso molte coppie, che di fatto non riescono
a rinegoziare il rapporto e a ridefinire il patto iniziale in relazione alla
nascita del primo figlio, cadono in quello che si traduce in vero e proprio
disastro: il secondo figlio. Molti mariti e mogli, infatti dichiarano di aver
individuato in una nuova gravidanza il percorso, a parer loro, più praticabile
per rinverdire la loro unione, tuttavia appare assai ovvio che, quanto si era
in passato "rotto" all'interno della coppia non può far altro che inasprirsi di
fronte a nuove responsabilità e doveri.

Altro
passaggio delicato della vita di coppia è quello relativo all'esaurimento del
compito genitoriale: alcune coppie "cessano" di essere tali al verificarsi
dell'uscita del figlio (o dei figli) dal contesto familiare .

Si
tratta di coppie all'interno delle quali si è persa o non si è mai avuta, la
consapevolezza della coppia come legame accanto al quale convive la funzione
genitoriale: questa ha sostituito lo spirito dell'originaria relazione e, una
volta esaurita, lascia la coppia "vuota" ed incapace di proseguire il suo ciclo
vitale.

Abbiamo
visto come il processo che porta alla separazione, cominci con un dubbio o la
presa si coscienza del  divario
incolmabile fra  l'immagine della persona
amata e la realtà, altresì, la rottura dell'alleanza di coppia, si estrinseca  nella povertà di strumenti di comunicazione,
nell'incapacità di rinegoziare il rapporto in funzione della sua evoluzione e
delle sue fasi vitali, creando attriti e dissidi insanabili.

Tanto
più, questa mancanza di comunicazione e l'incapacità di rinegoziare i ruoli ed
i rapporti sono marcate, tanto  più  sarà alta la conflittualità dei partners
separandi o separati.

In
conclusione si può affermare che  pur
essendo multifattoriale,  il conflitto è
insito nel ciclo vitale di ogni coppia, sta nella medesima, quindi, la
potenzialità di trasformare da distruttivo a costruttivo il processo di presa di
coscienza e di adeguamento ad nuovo status evolutivo, ancora maggiormente in
caso di separazione, ove si richiede il permanere, in caso di figliolanza,
della funzione genitoriale a  prescindere
da quella coniugale e il riconoscimento del rispetto dell'Altro in quanto essere
umano unico e irripetibile.